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21.07.2016  |  Aggiornamenti

21 luglio 2006: il primo giorno dell’hospice

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Il 21 luglio resterà per noi e per voi, nostri cari e fedeli accompagnatori, una data storica, indimenticabile: l’hospice ha cominciato ad esistere. Lo hanno fatto vivere i primi malati. Una nascita, lo sapete, tante volte annunciata, ma un inizio tanto bello ed originale proprio nessuno se lo sarebbe immaginato. Ve lo raccontiamo così, come si è svolto.

Il primo giorno di Casa Vidas

“Sì, grazie. Un goccio di Bonarda, di quella buona: mi piace tanto!” fu la risposta all’infermiera che le chiedeva quale bevanda preferisse.

La Signora Maria, malata terminale di Sclerosi Laterale Amiotrofica, è stata la prima ospite di Casa Vidas. 86 anni, sola, grande dignità e un’idea chiara: “Non voglio alimentazione artificiale o pasticci del genere”.

Gelati, sorbetti e bevande quelle sì, le gradiva, e, a quanto ha fatto subito intendere, a qualche sorso di Bonarda non intendeva rinunciare.

Ci fu un po’ di trambusto: di vini in Casa Vidas ce n’erano, ma bisognava che fosse proprio quello desiderato. Fu accontentata. E che sorriso, come di bimba, nel veder esaudito un piccolo capriccio! Spesso sono così i malati, lo sappiamo.

E noi siamo sempre lì ad accogliere o intuire i loro desideri: grandi o minimi come questo. Ma preziosi, com’è la vita anche quando la clessidra lascia cadere i suoi ultimi granelli.

Non potevamo fare altro, il pensiero è subito andato a lei, al racconto del primo giorno dell’hospice che la nostra Fondatrice Giovanna Cavazzoni aveva scritto per il Notiziario Insieme a Vidas.

A lei che l’hospice l’ha sognato, voluto e realizzato e dove ha deciso di trascorrere gli ultimi giorni di vita, perché diceva “per me è come essere a casa”. Casa Vidas, lei aveva scelto il nome proprio perché desiderava che i malati si sentissero come a casa propria. Sarà un luogo, diceva sempre, pieno di luce, dove i malati potranno portare i loro ricordi, dove le stanze avranno i nomi dei fiori, dove la o il compagno possa dormire comodamente accanto alla persona amata. Uno spazio nel quale competenza sanitaria, impegno e rigore siano sempre “nutriti” dal calore dall’accoglienza e dal rispetto per ogni essere umano. E così è stato, così è, ancora da 10 anni. Buon compleanno Casa Vidas e grazie ancora una volta Signora Cavazzoni.

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