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11.02.2014  |  Cultura

Solitudine nella malattia, solitudine nella vita

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Solitudine nella malattia, solitudine nella vita. Chi è alle prese con un male inguaribile può provare solitudini vertiginose, così come chi si trova in storie cruciali lungo il percorso del vivere. Ma non sempre la solitudine è di per sé devastante. Alleviarla a chi soffre in una situazione terminale, lo sappiamo bene, è una sorta di ‘imperativo’ etico; eppure, esistono momenti in cui…

Dalla solitudine possono nascere forze (anche per ripartire da capo) che infondono il coraggio per uscire dalla strada abituale, che consentono di non rimanere aggrappati a ciò che abbiamo vissuto finora, ma di lasciare la presa, saltare…

Chi scrive è Margot Kässmann, teologa tedesca, nel libro A metà della vita (Claudiana, 2012). La solitudine è anche, spesso, silenzio.

So, per esperienza diretta, che dopo una fase di silenzio ritrovo l’equilibrio e posso anche affrontare dei conflitti, andare avanti, rischiare dei confronti. Senza un tale silenzio mi manca la base da cui ripartire.

Qui di seguito vi propongo due poesie distanti tra loro più di un migliaio di anni, nate da culture diametralmente opposte, e le associo ad un brano musicale che ormai si può dire ‘leggendario’. È The sound of silence, di Simon & Garfunkel, 1964, reso immortale come colonna sonora di un film altrettanto leggendario, Il Laureato. Potete ascoltarlo qui con la traduzione italiana del testo.

Orazione nell'orto - Mantegna
Andrea Mantegna
(1430-1506)
Orazione nell’orto (1460)

Solitudine

Celo la solitudine agli ospiti con gioia.
Le solitudini che prima non amavo,
nascoste nel mio animo adesso
le tengo a dialogare con me stesso.
BASHSHᾹR IBN BURD, Poesia straniera (Araba), Edizioni La Biblioteca di Repubblica, 2004


René Magritte
(1898-1967)
Le fantasticherie del passeggiatore solitario (1926)

La condanna

E la parola di pietra è caduta
Sul mio petto ancora vivo.
Non è nulla, ecco, ero preparata,
In qualche modo la supererò.

Oggi ho molto da fare:
Occorre la memoria annientare,
Occorre far l’anima impietrire,
Occorre reimparare a vivere.

Se no…Infuocato il sussurro dell’estate,
Come una festa oltre la mia finestra.
Avevo da molto presentito questo
Radioso giorno e la casa rimasta vuota.
ANNA ACHMATOVA, Io sono la vostra voce…, Edizioni Studio Tesi, 1990

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