Nessuno può esprimere il cuore e l’anima del Vidas meglio della Presidente e Fondatrice Giovanna Cavazzoni. Per questo abbiamo voluto inaugurare la sezione Cultura con le parole tratte dal suo intervento dal titolo “L’ultimo abbraccio” ai Seminari della Fondazione Vidas del 2004 dedicati a “Il corpo”.
A renderlo immagine, se fosse possibile, il percorso del Vidas potrebbe apparire simile a un lungo, infinito abbraccio. Lunghissimo: 22 anni accanto ai malati vicini alla morte; infinito perché svolto sul confine tra vita e non vita; abbraccio perché evoca corpi ancora pieni di forza e di calore mentre stringono altri corpi che stanno consumando ogni energia. Quell’abbraccio non dice “io ti salverò!”, ma dice “io sono qui per accompagnarti. Ti sarò sempre vicino”.
Klimt - Werkvorlage zum Stocletfries - Umarmung
L’ultimo abbraccio può anche essere un’insperata restituzione di tanti abbracci desiderati di cui a volte avremmo avuto grande bisogno, ma che non abbiamo osato chiedere, né avuto il coraggio di dare. Accettare e donare l’ultimo abbraccio, punto estremo dei riti dell’affetto, non è cosa da tutti. Presuppone una lunga educazione dei sentimenti, una conoscenza del proprio corpo nelle sue infinite capacità di godere e di soffrire. È un percorso affettivo che oggi pochi conoscono perché a pochi viene insegnato. E comunque distante dalla nostra cultura.
Riscopriamo insieme questo lungo, infinito abbraccio.
2 commenti
Ho sempre considerato l’abbraccio l’unico modo per far sentire la mia vicinanza e per trasmettere in un attimo tutto quello che non si può dire con le parole e spesso nemmeno sarebbe possibile. Saltare in un istante un tempo lunghissimo nella conoscenza di una persona, è stato per me un modo di essere, un gesto del quale non sono mai riuscito e non riesco a farne a meno. Un grande abbraccio!
4 Aprile 2013 alle 19:35Che dire ad una gran persona come Giovanna? Solo un enorme grazie.
7 Luglio 2015 alle 13:38Grazie per tutto ciò che ci ha sempre insegnato, e cioè ad amare il prossimo (cosa difficilissima) e, come Madre Teresa di Calcutta, sebbene in un contesto diverso, ha aiutato molte persone, malate terminali, a lasciarci con dignità.
Sono anche certo che, qualora ricevesse degli aiuti economici di provenienza malavitosa, risponderebbe come quella piccola grande suora, e cioè:” Non importa da dove arrivino gli aiuti, perchè so dove andranno”.
Ancora grazie di cuore Giovanna!
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